Presentazione

La differenziazione didattica Montessori:

Un principio educativo per guida[1]

Ha scritto Maria Montessori che l’obiettivo a cui puntare “è lo studio delle condizioni necessarie per lo sviluppo delle attività spontanee dell’individuo, è l’arte di suscitare gioia ed entusiasmo per il lavoro. Il fatto dell’interesse che spinge ad una spontanea attività è la vera chiave psicologica” dell’educazione. “Lo sforzo del lavoro, dello studio, dell’apprendere è frutto dell’interesse e niente si assimila senza sforzo (…). Ma sforzo è ciò che si realizza attivamente usando le proprie energie e ciò a sua volta si realizza quando esiste interesse (…). Colui il quale nell’educare cerca di suscitare un interesse che porti a svolgere un’azione e a seguirla con tutta l’energia, con entusiasmo costruttivo, ha svegliato l’uomo” (cfr. M. Montessori, Introduzione a Psicogeometria).

Interesse, attività e sforzo sono i caratteri del lavoro spontaneo e auto-educativo nel quale il bambino si immerge con entusiasmo e amore, rivelando e costruendo le qualità superiori dell’uomo. Aiutami a fare da solo non è uno slogan pedagogico, ma una domanda ‘scientifica’ posta dalla natura stessa del bambino. Il compito dell’educatore è quello di liberare il bambino da ciò che ostacola il disegno naturale del suo sviluppo.

Le indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione redatte in via definitiva lo scorso novembre 2012 ed in vigore dall’ anno scolastico 2013-14, ponendo con ancora più vigore la centralità interdipendente della triade CULTURASCUOLA PERSONA, non hanno fatto altro che condividere il percorso che Maria Montessori ha delineato più di 100 anni fa con le sue proposte antesignanamente innovative e ancor oggi all’avanguardia capaci di suggerire una lettura sistemico-relazionale dell’ambiente educativo in cui il Bambino (PERSONA considerata in tutte le sue sfaccettature e specificità) posto in un ambiente preparato (SCUOLA riconosciuta in tutte le digressioni possibili) e messo a contatto con stimoli adeguati, costruisce la sua conoscenza (CULTURA).

Tutto ciò costituisce il riconoscimento, almeno sulla carta, della non predominanza di una delle componenti sulle altre, attribuendo al discente autonomia di pensiero e rispetto e, per le scuole montessoriane, grande motivo di orgoglio.

L’ambiente: progettare gli apprendimenti

C’è un presupposto indispensabile per realizzare una scuola autenticamente montessoriana, ed è quello della massima fiducia nell’interesse spontaneo del bambino, nel suo impulso naturale ad agire e conoscere.

Se è posto in un ambiente adatto, scientificamente organizzato e preparato, ogni studente e ogni studentessa, seguendo il proprio disegno interiore di sviluppo e i suoi istinti-guida, accende naturalmente il proprio interesse ad apprendere, a lavorare, a costruire, a portare a termine le attività iniziate, a sperimentare le proprie forze, a misurarle e controllarle.

A questo principio l’adulto deve ispirare la sua azione e in particolare i due suoi compiti fondamentali:

  • saper costruire un ambiente suscitatore degli interessi che via via si manifestano e maturano nel bambino;
  • evitare, con interventi inopportuni, un ruolo di disturbo allo svolgimento del lavoro, pratico e psichico, a cui ciascun bambino va dedicandosi.

L’istinto e i bisogni fondamentali del bambino sono quelli di un adattamento attivo al mondo delle cose e delle persone, misurate e commisurate alle sue personalissime istanze. Non v’è ambiente sociale, ha scritto Maria Montessori, nel quale non vi siano individui che abbiano esigenze e livelli diversi. Per questo stesso fatto la scuola è un ambiente che deve accogliere bambini di età eterogenea e adatto al lavoro individuale o di piccolo gruppo. Il suo parametro di misura è dunque la casa, con spazi articolati, irregolari, ricchi di “angoletti nascosti”, di “cantucci tranquilli” dove lavorare, pensare, immaginare con i propri tempi e ritmi interiori. Ma anche ambiente preparato nel senso della misura, con oggetti e arredi proporzionati all’età e al corpo dei bambini stessi, rivelatori dell’esattezza e dell’ordine, qualità che suggeriscono una disciplinata attività autonoma; ambiente accogliente e caldo, rassicurante e vissuto con un positivo senso di appartenenza. Un ambiente, infine, nel quale i bambini possano muoversi liberamente anche senza il diretto controllo dell’adulto alle cui cure è affidata la casa-scuola come luogo aperto alle scelte e al lavoro dei piccoli alunni.

L’ambiente scolastico diventa ambiente di vita nel quale gli studenti sono impegnati gioiosamente al mantenimento dell’ordine, della pulizia, della bellezza. Queste attività, definite appunto esercizi di vita pratica, hanno una funzione importante e significativa sia nella “Casa dei bambini” dove favoriscono il perfezionamento psico-fisico e la coordinazione dei movimenti, sia nella scuola primaria e secondaria dove assume maggior rilievo la dimensione della autonomia responsabile e quindi della socialità. La scelta metodologica montessoriana assegna all’insegnante e all’adulto anche da questo punto di vista una assunzione di responsabilità circa i rischi collegati all’uso di materiali ‘reali’.

Preparare spazi strutturati e diversificati, ovvero “botteghe” e laboratori nei quali la mente può applicarsi ed esercitarsi nelle sue forme e intensità: ecco il compito dell’insegnante quale costruttore dell’ambiente. Nella scuola Montessori “programmare”, per usare un termine oggi corrente, ha senso ed efficacia se prepara l’ambiente-stimolo, suscitatore di libera e intelligente attività adatta ai gradi di maturazione e agli stili personali del bambino (gli stessi principi caratterizzanti sono ripresi nelle Indicazioni Nazionali per la Scuola del Primo Ciclo)

Gli interessi emergenti scandiscono l’analisi della situazione di apprendimento e studenti e insegnante si evolvono insieme e continuamente, per cui entrambi suggeriscono progetti individuali e di gruppo per espandere, approfondire, precisare le conquiste raggiunte e aprire nuovi percorsi.

Nella “Casa dei bambini” l’ambiente sarà:

  • proporzionato alle capacità motorie, operative e mentali dei bambini per essere attivamente utilizzato e padroneggiato;
  • ordinato e organizzato affinché, attraverso punti di riferimento non discontinui, il bambino possa formarsi una propria visione della realtà che anche emotivamente abbia carattere di rassicurazione e certezza;
  • calmo e armonioso per favorire la libera espansione degli interessi e delle esperienze e una positiva dimensione psico-affettiva necessaria al sorgere del sentimento di fiducia in sé e negli altri;
  • curato e ben articolato nei particolari anche per stimolare il bambino alla scoperta dell’errore e all’autocorrezione;
  • attraente e bello affinché sia suscitato il naturale amore ‘estetico’ del bambino verso tutto ciò che rivela qualità di gentilezza, di ordine, di gradevolezza, di cura e attenzione.

Nella Scuola Primaria l’ambiente sarà razionalmente organizzato e articolato anche in vista della più attiva ricerca di relazione e di socialità che sono caratteristiche di questa età. Esso dovrà favorire:

  • la sperimentazione e il lavoro individuale e di gruppo, sia per gruppo classe che in classi parallele o in classi in verticale;
  • la lettura e la consultazione di testi con una essenziale biblioteca di classe;
  • la raccolta, lo studio e la valorizzazione di elementi forniti dalla natura come occasione per la ricerca e le uscite di osservazione;
  • l’apertura alla realtà extrascolastica e al territorio (la scuola entra nel mondo e il mondo entra nella scuola);
  • le attività manuali legate al “lavoro dell’umanità”, ma sempre collegate allo sviluppo della mente: “il lavoro della mani – ha scritto Maria Montessori – deve sempre accompagnare il lavoro della mente in virtù di una unità funzionale della personalità”.

La classe nella Scuola Secondaria si trasformerà in un ambiente polifunzionale, che consente lo studio ed il lavoro individuale e di gruppo, la comunicazione interpersonale, il momento corale ma anche il volontario isolamento.

Lo spazio-classe è ordinato, sistemato ed organizzato per aree didattiche, in modo da far percepire le connessioni tra i singoli ambiti disciplinari. Gli allievi collaborano alla gestione di questo spazio ed alla gestione degli spazi comuni interni ed esterni all’edificio scolastico.

Come è noto, l’ambiente tipico di una scuola montessoriana si distingue per la presenza dei necessari ‘strumenti’ di lavoro psico-motorio e intellettivo degli studenti, strumenti definiti “materiali di sviluppo e di formazione interiore”. Di ciò si dirà più avanti; per ora è fondamentale osservare che, lo studente, come peraltro ogni essere vivente, è guidato dai suoi misteriosi impulsi vitali ad adattarsi all’ambiente assorbendone i caratteri. Laddove esso sia confuso, instabile, incompiuto, né utile né necessario, privo di attrattiva e di interesse e non direttamente utilizzabile per una personale sperimentazione di conoscenza, ebbene il bambino assimilerà questi caratteri negativi senza poter esercitare in modo chiaro, preciso e finalizzato i propri poteri psichici e mentali. In sostanza gli è impedita o resa difficile la stessa formazione del suo proprio carattere.

Per questo motivo di fondo, strettamente legato alla costruzione di una personalità attiva e disciplinata, l’ambiente educativo montessoriano è stato definito come maestro di vita e di cultura, come ambiente educatore.

[1]Liberamente tratto da: AAVV “IL PROGETTO EDUCATIVO MONTESSORI – Piano dell’Offerta formativa – Edizioni Vita dell’infanzia – Opera Nazionale Montessori 2003 (Gli aiuti Montessori – Sezione Quaderni – n. 2/2003).a